lunedì 18 luglio 2011

Voglio imparare ad usare le armi!

Un altro dei malintesi più frequenti riguardanti le AMT riguarda l' apprendimento del combattimento con le armi.
Lo dico perchè spesso questa cosa viene pubblicizzata e alcuni chiedono espressamente se si impari ad "usare le armi" praticando il tal stile, con in testa dei modelli per nulla inerenti alla realtà.

A costo di essere banale sottolineo il fatto che oggigiorno saper usare spade, lance, nunchaku e bastoni lunghi sia abbastanza inutile in un combattimento reale.
Eppure c'è gente convinta di poter recuperare bastoni ovunque o andare a spasso con una katana nell' impermeabile...
Diciamo quindi che lo studio di queste armi (che comunque ritengo fossero alla base delle arti marziali nel loro contesto originario) sia oggi abbastanza fine a sè stesso se non a livello scenico, culturale, artistico e folcloristico.

Ma veniamo al punto.
Il fatto è che nelle palestre si allenano soprattutto forme e drills predefiniti con le armi, ovvero si fa tutto tranne che studiare come combatterci.
E' tutto un gran esaltare le qualità artistiche dei passaggi e delle tecniche mortali annesse ma in sostanza non esiste una reale preparazione alla difesa e all' attacco liberi.

Nella scherma (sì, quella olimpica, lo "stupido sport senza profondità filosofica"..) gli schermidori si addestrano a combattere armati, pur con tutte le dovute regole, mica a volteggiare i fioretti in modo prestabilito.
E' un' osservazione banale, vero?
E allora come possono certi marzialisti affermare di saper usare delle armi se la loro pratica si riconduce ad esibizioni di ginnastica ritmica, con armi spaventose e anacronistiche al posto di clavette e nastri?

Giusto il Kendo si distingue pur essendo un' arte profondamente tradizionale e rigorosa, non a caso utilizzando armi adatte al confronto e seguendo strategie di movimento, attacco e difesa assolutamente pragmatici e testabili: niente posizioni dell' alpaca arruffato, salti del grillo canterino di Beijing o affondi circolari avvitati in spaccata aerea.

Non voglio sminuire la bellezza artistica di queste rappresentazioni, o l' abilità necessaria per destreggiarsi con questi oggetti, ma sottolineare come questo non abbia nulla a che vedere con uno scontro reale.
Capisco bene l' entusiasmo di chi vede quei film cinesi con la gente che vola (nel vero senso della parola) e danza mulinando spade in modo tanto poetico, ma è giusto avvertirli che in palestra si ritroveranno a fare combinazioni assurde nel vuoto, illudendosi in tutti i sensi di trarne un' abilità specifica.
Senza contare che, naturalmente, le armi da taglio usate in allenamento non sono affilate e magari pure riproduzioni ridicole in alluminio pieghevole, leggerissimo, il che aumenta la perdita di cognizione di ciò che si dovrebbe temere e padroneggiare con consapevolezza.

Ok, allora mettiamo da parte tridenti, lance pelose, bastoni flessibili e la spada di Goemon.
Quali armi bianche restano reperibili da noi, oggi?
Pochissime, giusto il bastone corto e... il coltello.
Il bastone corto segue una logica simile a quello lungo: dove diavolo lo trovate un bastone quando vi serve? Ve lo portate appresso?
Bene, il che significa che andate a spasso armati, magari perchè avete voglia di attaccar briga o frequentate ambienti ad alto rischio di collutazione...
E non attacchiamoci alla scusa che "al giorno d' oggi non si sa mai" perchè la storia non regge: chi professa una Via di "rispetto e pace" non dovrebbe andare in giro sperando di sfoderare il suo repertorio mortale.

Si dice allora che molti oggetti possano essere assimilabili ad un bastone corto... mi piacerebbe tanto sapere quali!
Ombrelli quando non piove? Tubi sparsi sui marciapiedi? Bastoni da passeggio da rubare al volo a nonnini?
Ma soprattutto mi piacerebbe sapere quanto serva saperci fare il twirling!

Dico ma li conoscete i Dog Brothers?
Quelli che si ammazzano di botte vere full contact e vengono tanto schifati dai nobili ed evoluti marzialisti... perchè si picchiano come cani rabbiosi ma poi in pratica ne sanno cento volte tanto di combattimento armato, e di cosa ciascuno di loro sia capace di fare o meno...
Sarebbe davvero curioso vedere come si comporterebbe un esperto di forme cinesi contro un Dog Brother in uno scontro libero.
Ma lasciatemi dire, sarebbe ancora più curioso poter vedere come combatterebbe un soldato cinese del passato contro certi espertoni.
No, dubito che pure lui si mettesse a volteggiare bastoni, saltare in posizioni sconvenienti e tentare colpi improbabili...

Ma il coltello...
Il coltello oggi è senza dubbio l' arma più utilizzata e diffusa, purtroppo aggiungerei.
Il brutto è che non richiede nessuna abilità particolare per essere maneggiato, senza contare che viene usato da violenti senza scrupoli e senza etica, che attaccheranno con furia o a tradimento.
Per adesso limitiamoci all' apprendimento dell' uso di un coltello; Parlerò un' altra volta delle decantate difese a mani nude da esso.

Ebbene, anche qui la domanda sorge spontanea: perchè diavolo dovreste voler imparare ad usare il coltello?
Il Silat indonesiano ad esempio è un' arte veramente bellissima ed efficace ma non so se sia chiaro di cosa si stia parlando: se un Olindo è capace di sterminare un condominio senza alcuna preparazione, per quale ragione dovreste voler imparare a squartare persone in modo ancora più efficace?
Vivete in ambienti in cui il coltello salta fuori spesso?
Forse dovreste rivalutare la vostra vita, e se pensate che un giorno vi torni utile combattere col coltello al punto di volerlo studiare per anni, immagino che i guai sotto sotto ve li stiate cercando.
Oppure pensate che il coltello vi possa dare un vantaggio fondamentale in caso di aggressione, cosa assolutamente vera ma con la consapevolezza di poter ammazzare qualcuno.

Tirando le somme nelle AMT si racconta di imparare ad usare le armi, ma alla fine il tutto si riduce ad esibizioni da majorettes e nessun reale insegnamento pratico.
Chi si allena ad usare armi più credibili e con metodi più pratici finisce invece per scontrarsi con una realtà di fatto, e cioè che quando si tratta di lame i rischi si fanno drammaticamente più elevati.

Ancora una volta sarebbe ora di chiamare le cose con il loro nome, e dare informazioni oneste invece di fare propaganda per attirare iscritti.

domenica 17 luglio 2011

Aneddoti IV - Rovinarsi inseguendo illusioni

Vorrei parlare di un grave episodio che purtroppo solo dopo tanti anni sono riuscito a comprendere appieno nella sua assurdità.

Una sera, per variare l' allenamento, il maestro decise di far provare delle tecniche acrobatiche di calcio, come possibile preparazione per le esibizioni.
Ai tempi naturalmente andavamo matti per certe idiozie circensi, perchè ci illudevamo ancora che tirare colpi in modo acrobatico e tecnicamente difficoltoso fosse sinonimo di abilità marziale.
In particolare quella sera si provava un doppio calcio in volo: dopo una breve rincorsa si doveva saltare, avvitarsi (ritrovandosi in orizzontale con la pancia rivolta verso terra) e colpire con entrambi i talloni gli scudi tenuti dai compagni.
Chiaramente una volta colpiti si cadeva a terra ancora orizzontali, cercando di applicare la cosidetta caduta "a foglia morta" per ammortizzare l' impatto (cercate i video su YouTube per vederla).

Venne il turno di uno dei ragazzi più bravi sia tecnicamente che atleticamente.
Nessuno aveva dubbi sul fatto che avrebbe eseguito quel colpo senza problemi (che tra l' altro non ha nessun senso aldilà della spettacolarità fine a sè stessa).
Infatti partì e saltò in modo perfetto, colpendo con potenza e precisione entrambi i bersagli.
Una frazione di secondo dopo, cadendo a terra, sbagliò ad appoggiare i piedi (dato il colpo di tallone non riuscì a riestenderli in tempo) e si spezzò all' istante entrambi i tendini d' Achille.

Ora io mi chiedo: a che pro?
Per quale motivo quel ragazzo si è dovuto rovinare la salute, senza contare i disagi, le ripercussioni economiche e lavorative?
Da quel giorno per lui si è aperto un calvario che gli ha impedito di tornare a praticare attività fisica come un tempo.
Si è trattato di un incidente si dice.
Certo, capita, ma quanto ha influito nell' episodio il fatto di praticare una stracazzo di AMT?
Il fatto di aver dovuto provare un colpo senza senso, puro circo, troppo rischioso nonostante le sue abilità riconosciute?
Quanto ha influito la stupidità del maestro che ha fatto provare una tale scemenza a fine allenamento, su di una superficie inadeguata (era un tatami da Judo, figuriamoci se fosse stato sul duro) e incoraggiando le qualità sceniche di quell' esercizio, proprio come richiesto da quell' arte marziale?

Già che ci siamo racconto un altro episodio simile.
Condizioni similari, fine allenamento e voglia di far provare qualche tecnica "wow!" anche a gente incapace di stare in piedi.
In questo caso un calcio laterale saltato, superando un ostacolo a terra per colpire uno scudo trattenuto dai compagni.
Certo, l' istruttore raccomanda di provarci solo a chi se la sente... ma come si può confidare nell' autocritica di chi è preso dall' entusiasmo e magari si è iscritto proprio per fare quelle cose, senza però essere stato preparato prima?
E così ecco un altro ragazzo che prende la rincorsa, si libra in aria in un orribile gesto tecnico (come spesso accade questo colpo è persino più debole di quello tirato a terra) e poi frana sul piede, spezzandosi in due tibia e perone per la rovinosa caduta di peso.
Poi la degenza, l' operazione, i chiodi nelle ossa...

E anche lui per cosa?
Per aver voluto tirare un calcio come quelli dei film, da raccontare agli amici o da immortalare per l' album di Facebook?
Perchè in fondo ci avevano detto che questa AMT fosse adatta a tutti "da 0 a 90 anni" e quindi è sufficiente la passione per imparare gesti che, diavolo cane, non sono affatto per tutti?
Per essersi fidati ciecamente del Maestrone che ci ha spronati a correre il rischio, perdendo di vista una ragionevole autocritica?

E ancora ho visto gente che proponeva a neofiti proiezioni saltando con le gambe al collo, giusto per accrescere il loro entusiasmo ma facendoli schiantare pericolosamente a terra con la testa...
Proiezioni assurde in cui il compagno deve trovarsi in verticale aerea durante l' esecuzione, rischiando un Piledriver che neanche Undertaker dei tempi migliori...
Gente che si è slogata i polsi cadendo perchè si ostinava a dover calciare il più in alto possibile pur non avendo la mobilità per farlo...

E' curioso notare che nella ginnastica artistica, dove gli atleti in teoria rischiano l' osso del collo con piroette al limite della fisica, ci sia un numero di incidenti drammaticamente inferiore rispetto alle arti marziali.
E così avviene anche nel Parkour, praticato tra l' altro sul duro.
Ciò che fa la differenza è un metodo di insegnamento e propedeutica completamente diversi e allenati progressivamente, con strumenti adeguati e con consapevolezza.
Non troverete nessuna signora grassoccia nè alcun cinquantenne in queste pratiche, ma nemmeno ragazzini appena arrivati a cui venga chiesto di provare a fare subito un doppio carpiato.

Invece chissà perchè certe AMT sono ancora definite per tutti: non servono doti allenate fin da poppanti, predisposizioni genetiche, metodologie e strutture adeguate, preparazione focalizzata e costante: basta avere la passione e credere nella Via...

mercoledì 13 luglio 2011

Focus on: Wing Chun

Per stasera non mi dilungherò a raccontare le mie esperienze nel Wing Chun e tutto quello che poi ho scoperto a posteriori.
Di certo si tratta di una delle AMT più bistrattate e discusse, nonchè autentica fucina di fenomeni che la metà basta.
Perchè il Wing Chun (da ora WX visto che gli adepti non vanno d' accordo nemmeno sul nome) ha una peculiarità che lo differenzia dalle altre arti marziali: ognuno dichiara di praticare quello vero, quello che funziona, quello migliore di tutti gli altri.
Sì perchè non bastava che in passato sia stato pubblicizzato, con tecniche commerciali da far invidia a Mediaset, come "l' arte marziale che sconfigge tutte le altre arti marziali", no... ci si sono messi pure gli stessi praticanti a litigare tra di loro per decretare chi facesse l' unico e vero sistema autentico!

Mi è venuta in mente un' osservazione.
Riguardo allo sbattimento per decidere chi faccia quello più vero e funzionale penso ci sia poco da aggiungere, sono discorsi da frustrati e ne ho parlato a sufficienza.
Ditemi voi se si è mai sentito un pugile dire che il suo pugilato sia quello vero tradizionale, migliore del tuo che "è modificato e quindi sbagliato"... ma per piacere.
In qualsiasi sport da combattimento certe cose nemmeno si bisbigliano, tanto alla fin fine se tu con un calcio à la cazzo mi stendi hai vinto e buonanotte.

Quello che però mi fa riflettere è questa ostinazione dei praticanti di WX nel volersi proporre come depositari dello stile vero.
Non sto esagerando, se fate una ricerca tra forum vari e siti web è evidente quale sia il livello di importanza attribuito alla cosa: tutti ritengono di praticare quello migliore.
La cosa assume caratteri al limite del ridicolo quando infine il tal personaggio asserisce di essere l' unico a praticare quello originale, che naturalmente non ha niente (lo ripeto, niente) a che vedere con il 99% di quello che studiano tutti gli altri.

Mi sono fermato a pensarci un pò, perchè per quanto io trovi spassoso leggere certe cose (sostenute a gran voce e con toni molto accesi, perdendo davvero molto tempo per replicare ogni volta) non riesco a capacitarmi del perchè sia tanto importante questa cosa per questa gente.

Qual' è dunque il WX se tanto tutti fanno una cosa diversa e inevitabilmente migliore dagli altri che praticano... lo stesso stile?
Qui entrano in gioco un sacco di fattori sociali/psicologici che mi stupisco di come non siano ovvi a chiunque.
Se io pratico con il maestro Pierino, il quale mi dice che il suo WX è speciale ed efficacissimo, e che a me evidentemente piace e trovo credibile.. grazie al cavolo che per me quello sia "il WX".
La cosa sarebbe inequivocabile se tutti si confrontassero tra di loro, in modo da chiarire il perchè il mio WX sia diverso dal tuo WX.
Ci sta, ma nessuno lo fa.

Ma poi perchè diavolo il mio dovrebbe "funzionare" mentre il tuo no?
Alla fine credeteci o no fanno tutti la stessa cosa!
Stanno solo a puntigliare su idiozie tecniche come gli angoli, il peso, la sensibilità per poi finire a mulinare pugni e colpi "a cazzo" non appena la cosa diventa più libera.
E' l' abilità dialettica dei vari maestri che finisce per far credere il contrario a qualche sprovveduto.

Il WX che funziona... fico.
Ok, voglio fare quello, perchè se a questo punto esistono n versioni di WX (e in particolare ce n'è uno che è proprio quello... originale...) vuol dire che praticare quel WX rende davvero capace me tapino di sconfiggere i Gargantua grazie ai suoi princìpi.

Da una parte si continua a sottolineare che sia la persona a fare la differenza, che anche chi fa un' arte marziale basata sugli sputi possa vincere (basta fare le cose come si deve, no?).
Dall' altra invece stiamo proprio dicendo che ci sia una differenza abissale tra varie scuole dello stesso stile, altrimenti ognuno lo chiamerebbe con un nome diverso (oops! forse è già così..?).

Ma se Pierpaolangelo dice di praticare il WX che funziona, non sta dicendo che lui sia un fortissimo picchiatore, sta dicendo che il suo stile funziona; Ergo chi pratica quello specifico WX diventa capace.
Giusto?

E così alla fine scopriamo che è proprio lo stile a combattere per noi, che se una sera mi difendo da un "pericoloso criminale" tirandogli una scarpata sulla tibia è grazie al mio WX originale... meno male perchè se avessi studiato l' altro ero spacciato.
O per contro c' è chi invece sostiene apertamente di riuscire a far funzionare il WX solo dopo averlo opportunamente modificato ed integrato con le modalità delle arti funzionali (e grazie al cazzo direi).

Ricordiamoci che, piaccia o no, stiamo parlando di hobbysti che praticano per passione ma adorano sentirsi un pò supereroi, le cui esperienze "vere e mortali" sono qualche scazzottata di quando erano diciottenni (e ne deduco per nulla maestri del sistema) e qualche sparring con "kickboxer", "gente che fa mma", "pugili".... come a voler rimarcare di essere all' altezza di professionisti che menano per davvero... confrontandosi però con amatori!
Non fa una piega!

Stiamo parlando di gente che decanta assoluta efficacia in caso di difesa personale, ma poi si deprime perchè nella realtà non può mica accecare, strappare palle, estirpare bulbi oculari (tutte tecniche per cui serva studiare per decenni uno stile "autentico e originale"...) e si deve limitare a fare a cazzotti, magari uno soltanto.

Un mondo sempre più favoloso, questo pazzo WX, amalo! :-)

La liberazione

Che cosa amo del fatto di aver smesso di praticare AMT?
Che cosa amo invece degli sport da combattimento e dei sistemi di difesa?
Vediamo:

- Non devo più raccontare agli amici di essere una potenziale macchina assassina.
Uno sportivo a volte vince, a volte perde, e anche quando succede nessuno lo ritiene un incapace (piuttosto ne apprezza il coraggio di essersi messo in gioco).

- Gli amici non pensano più che io sia una "potenziale macchina assassina".
Al massimo uno che sa fare a cazzotti.

- Non devo più credere che un allenamento duro e faticoso sia fatto di ripetizioni per due ore di movimenti a marionetta e posizioni dannose per la salute.
Ora un allenamento faticoso è quello in cui il mio fisico è provato, non la mia pazienza.

- Nessuno pretende più di farmi la morale della vita prendendo spunto da presunti valori etici di una ginnastica.
La morale me la fanno i miei genitori o persino il vecchietto ignorante giù al bar che nella vita ne ha passate di cotte e di crude, senza conoscere nessun colpo mortale nè filosofia astratta.

- Io non pretendo più di fare la morale agli altri in nome della mia pratica di "ginnastica filosofica".

- Non mi vengono più presentati colpi micidiali ed infallibili, da provare rigorosamente al rallentatore per non intaccarne la forma.
Mi mostrano una tecnica e si da per scontato che la debba provare via via più realisticamente.
E se non dovesse convincermi posso sempre chiederne una dimostrazione, che mi viene data.
Ogni sera, non solo allo stage annuale col supermaestro, che però non può mostrartela davvero se no muori.

- Non devo più allenarmi in preparazione di improbabili aggressioni letali in vicoli oscuri, in cui dovrò sfoderare per l' unica volta nella vita la mia tecnica sopraffina.
Devo allenarmi e basta, con la possibilità di confrontarmi anche tutte le sere in sparring senza per questo rischiare la pelle.

- Non devo più vivere nel terrore di praticare uno stile che forse non è quello "originale", o quello "fatto come si deve", o quello "autentico".
Faccio cose che funzionano qui e adesso, rintracciabili e dimostrabili; E se dovessi inventarne una nuova mi direbbero pure bravo.

- La mia abilità non è più data dalla mera conoscenza della tal tecnica o esercizio più complicati, "di livello superiore".
E' data dalla mia capacità di applicare anche la prima cosa che abbia imparato contro altre persone, in un contesto realistico.

- Non devo più aspettare degli anni per avere il diritto di apprendere una tecnica, magari perchè allenabile solo da un certo grado in poi.
Posso arricchire il mio bagaglio liberamente ed utilizzarlo come mi pare, anche per i fatti miei.

- Non devo più partecipare ad esibizioni idiote in cui il bambino/ragazza/sfigato di turno mima colpi che devo fingere di subire e che mi sconfiggano.
La scuola di recitazione sta nell' altra stanza.

- Non devo più riverire a prescindere maestroni come se fossero dei capibranco, o assistere alle azioni dei loro docili leccaculo.
Un maestro dimostra di esserlo con i fatti, poi si può andare a bere una birra tutti insieme raccontandosi barzellette, ultimo arrivato compreso.

- Non devo più accampare scuse sul perchè sia quindicesimo Dan di tecniche Ninja (!?) ma abbia la forma fisica pari ad una pera molle, dicendo che nella mia arte si alleni la velocità, i colpi mortali o non abbia bisogno di fiato "perchè mi alleno a terminare lo scontro in un secondo".
Se sono fuori forma so che non mi prenderanno sul serio e basta, e magari non me ne frega nulla perchè sono solo un amatore.
Oppure sarò stimolato a curare la mia preparazione atletica.

- Non devo più preoccuparmi se torno in palestra dopo un anno e non mi ricordo più come si faceva la forma 'X' o l' esercizio 'Y'.
Quello che ho imparato mi resta in testa e basta, al massimo devo solo rimettermi in forma e recuperare le abilità.

- Non devo più sentirmi inadeguato se non ricordo come si pronuncia il nome della tecnica dello stambecco in cinese mandarino.
Posso anche parlare in italiano.

- Non devo più partecipare a stage all' estero per scoprire solo sul posto che verrà proposta una nuova forma, o esercizi dal livello tecnico infimo, alla modica cifra di 80€ + vitto, alloggio e viaggio.
E alla fine di tutto questo ringraziare pure i maestri in nome della "grande famiglia" e della loro "esperienza".

- Non devo più limitare la mia mente incasellando ciò che pratico in programmi numerati, pugno 1, difesa da calcio 2, esercizio a coppie 13... 
Faccio, poi mi preoccupo di sapere come si chiama ciò che ho imparato.

- Non devo più "allenarmi" in posizioni e movimenti che non hanno nulla a che vedere con lo scopo, illudendomi che mi daranno un vantaggio decisivo tra dieci anni.
Seguo la biomeccanica umana, mi alleno ad applicarla. Stop.

- Nessun amico mi chiede più di "fargli vedere una mossa", e se chiede una dimostrazione gli posso proporre uno sparring libero.
Posso entrargli con qualche colpo vero o finalizzarlo per convincerlo, senza accampare scuse sul perchè questa volta non sia riuscita la mossa del pangolino.

- Non mi si etichetta più come agile, ma come forte.

- Nessuno si aspetta più che faccia piroette o mosse armoniose e stupefacenti.
La pulizia e perfezione tecnica sono un lusso, non l' obiettivo.

- Se incrocio il Techno Vichingo alterato non devo più raccontare (e raccontarmi) che con la mia arte sarei capace di sconfiggerlo (però solo in caso di combattimento per la vita).
So che le prenderò e lo evito!

- Non devo più assumere un tono altezzoso e saggio per onorare gli insegnamenti degli antichi.
Posso fare gare di rutti, seguire il calcio in tv e fare ironia su chi voglio.

- Non devo prendere le difese del mio maestro spacciandolo come uno che spacca le ossa a tutti solo a guardarlo (anche se probabilmente il mio maestro "rompe le ossa" a me).
Per questo vado da lui ad imparare, e posso chiedergli di fare sparring come prova.

- Non devo litigare con nessuno per convincerlo che il mio stile sia "più" del suo, nè sentirmi frustrato se una sera Paperino picchia uno che pratica il mio stile.

- Non devo più propormi come esperto di difesa personale, o raccontare aneddoti in cui mi sia difeso con una tecnica propria della mia AMT (anche se in realtà non ho mai preso nemmeno uno spintone).

- Non devo più idolatrare personaggi del passato per convincermi che, praticando il loro stesso stile, sia forte e micidiale anche io.
Sono consapevole della differenza che passa tra un professionista e un piccolo agonista di provincia come me.

- Non devo più andare in palestra scazzato perchè questo mese ci si deve preparare per l' esame.
L' esame lo faccio solo con me stesso, le prove le verifico ogni volta che mi confronto.

- Non devo più assistere ad esami ridicoli in cui la gente mima tecniche al vento o con il compagno, gongolandosi per essere passata ad un livello "superiore" della pratica.
E non devo nemmeno veder bocciare gente capace solo perchè quel giorno ha sbagliato a rompere una tavoletta di compensato.

- Non devo più fare esami in cui si valuta tutto tranne le abilità di combattimento, relegandolo ad uno sparring "solo tecnico" e senza contatto in cui viene premiato chi tira più calci girati a caso.

- Non devo più raccontare che quello che faccio sia alla portata di tutti, nè contraddirmi dicendo che io coltivi la "pace tra i popoli" quando in fondo alleno tecniche per ammazzare la gente all' istante.

- Nessun pallone gonfiato mi guarda più dall' alto verso il basso non appena viene a sapere che pratico arti marziali dal nome esotico, come a voler farmi intendere che riuscirebbe a picchiarmi lo stesso.
Mi basta dire che 'faccio lotta' o 'faccio pugilato' e sparisce la boria.

- Quando le ragazze vengono a sapere cosa faccio non mi inquadrano più come "uomo saggio" (?!).
Magari come "uomo... maschio".
(Lo so, è una cosa stupida ma è capitata... e non mi è dispiaciuta eheh :-) )

martedì 12 luglio 2011

L' illusione dello scontro artistico

Torno di nuovo a bomba sul video incriminato di Gracie perchè proseguendo nella lettura della pagina ho notato, tra altri deliri veramente esilaranti, anche questa idiozia:

"Ma fidati il video che mi hai linkato, non c'era guardia in nessuno dei 2, non c'era tecnica era una volgare rissa come potrebbe fare chiunque."

E sento che la cosa meriti qualche spiegazione perchè forse io do per scontate troppe cose mentre vorrei che il mio punto di vista fosse il più chiaro possibile.

Soffermiamoci sul passaggio "non c'era tecnica era una volgare rissa" perchè da esso si generano molti dei malintesi tra cultori delle AMT e gente obiettiva.

Scontro tecnico (ed esteticamente accattivante!) vs "volgare rissa":

Quando si è ancora dei sognatori illusi, le AMT vengono viste come il non plus ultra dei metodi di combattimento, proprio perchè per come vengono presentate ed allenate sembrano trasformare lo scontro in qualcosa di armonioso, persino poetico direi.
A dare man forte a questa visione sono tutto il corollario delle teorie filosofiche insegnate agli allievi, storie di Yin e Yang, pieno e vuoto, tartaruga contro stambecco, forza contro flessibilità e così via.
E' tutto molto affascinante non c'è che dire. E piace a tanti.
Il marzialista si autoconvince che combattere sia qualcosa di molto nobile e cavalleresco, come si vede in quei film cinesi in cui l' uomo che conosce lo stile del macaco deve scontrarsi con l' uomo che conosce lo stile del ranforinco, si fissano per mezzora camminando con passi ovattati per poi attaccarsi con giravolte, piroette e salti saltanti. Che emozione!
Ma il macaco è scaltro e con la sua peculiare tecnica ruba le 'noccioline' al ranforinco (che tra l' altro essendo già estinto non ha successori!) che fallisce nel suo colpo del gallo cedrone delle pianure del Sichuan, consegnando la vittoria al meritevole primate.
Va beh, in realtà erano persone che combattevano ma la sceneggiatura richiedeva così!

Il marzialista col cervello ormai assuefatto a tutte queste idee, finisce per schifare quelli che fanno a botte e basta, perchè li vedono come volgari muratori ubriachi che tirano sganassoni alla cazzo. Orrore e fastidio!
Le AMT insegnano che il combattimento è qualcosa di nobile e visivamente gradevole, mica appunto "una volgare rissa".
Volgare.
Fare a botte è qualcosa di "volgare", di impuro, di sgradevole e limitato, insomma di moralmente inferiore.
Invece i marzialisti vorrebbero che le cose andassero proprio come piace a loro, come dei supereroi che grazie ad anni di allenamenti sulle montagne innevate abbiano acquisito poteri speciali che i comuni muratori.. ops, mortali, non possono nemmeno sognare.
Non a caso i marzialisti discutono per ore di dettagli tecnici, di angolazioni, di posizioni, di energia, di radicamento, di spirito guerriero.... ma detestano ascoltare racconti di tizi grandi e grossi che hanno pestato tutti, tre alla volta, fregandosene di qualsiasi colpo dello stambecco.
Trovano tutto ciò molto stupido e disonorevole, e disprezzano chi riesce a picchiare ugualmente ma... senza una filosofia dietro!

Noto che i marzialisti convinti sono soliti definire i combattimenti sportivi, e in particolar modo gli incontri di MMA quali "volgari risse senza tecnica", in cui alla fine vince solo il più cattivo.
Ahahahahahah! Ragazzi miei... è una triste e disarmante realtà, ma sapete com' è , in natura funziona proprio così e non ci si scappa!

Certo è terribile scontrarsi con la realtà in cui il bulletto tamarro che fa il figo in discoteca possa stendere con un solo pugno il nobile marzialista che si allena da vent' anni perfezionando la posizione dello stambecco e tirando i calci ai lampadari durante le esibizioni.
Lo so cavolo, per esperienza diretta.
E' davvero dura ammettere che per quanto tu ci possa credere, per quanto possa dedicarci la vita, per quanto tu possa praticare quel famigerato 1% dello stile originale ed autentico con cui i nonni cinesi hanno sconvolto i pilastri della terra, alla fine Ernesto il Titano, camionista ciccione di Aci Trezza, senza nessuna storia di onore, senza nessun allenamento letale e senza nessuna cavalleria quel giorno ti stende al primo colpo semplicemente perchè è grande, grosso e incazzato (nonchè un pò più avvezzo alle "volgari risse").

Figuriamoci se poi incontri uno schifoso tamarro della Muay Thai o delle MMA (che, sai, sono solo una moda per fighetti che vogliano farsi il fisico per cuccare e compiacersi come dei narcisi) e ti accorgi che la loro sola prestanza fisica ti intimorisce, o che un low kick (tecnica volgare e stupida perchè ricorda gli scontri degli ultras) ti mette KO da quanto è potente, veloce, maledettamente duro.

Molto meglio dissociarsi da tutto ciò nascondendo la testa sotto alla sabbia e fingendo di appartenere ad un' elite di guerrieri che combattono solo per la vita o non se ne fa nulla.

Chi commenta in quel modo un incontro come quello del video, non ha mai combattuto in modo realistico nemmeno per gioco.
Sì perchè (udite udite!) è possibile combattere anche senza mettere in gioco la vita o usare colpi che rompano le ossa o accechino a vita, e la cosa più divertente è che in tutti gli sport da combattimento tutto ciò è la normalità e fa proprio la differenza tra chi poi impara a fare e chi invece continua a supporre di saper fare.

Gracie non ha la guardia? Vero, infatti la sua strategia (che non ha nulla a che fare con antichi testi cinesi) non è certo quella di fare a pugni, anzi è più probabile che volesse proprio istigare l' altro ad attaccarlo per sfruttare la sua specialità.

L' altro non fa Kung Fu? Eh già bel dilemma, si dà anche il caso che tutte le pagliacciate artistiche che sollazzano il pubblico nei film e nelle dimostrazioni non abbiano alcun senso in un contesto realistico, e il nostro corpo fa di tutto per farcelo capire: quando percepisci di poterti far male, PUF! improvvisamente ci si ritrova tutti nella stessa posizione di guardia, si fanno le stesse cose "a cazzo"... a meno che non ti sia allenato a fare cose sensate.
Proprio quelle che studiano gli stupidi sportivi.

Ma più di tutto è quel "come potrebbe fare chiunque" che dimostra l' incompetenza dell' autore, perchè la differenza tra chi sa fare a botte o meno sta proprio in questo, nella consapevolezza di cosa succede... quando si fa a botte!

E le botte non hanno nulla di nobile, di schematico, di onorevole.
Il marzialista vuole che le botte siano una sequenza di colpi precisi e rispetto tra guerrieri.
Le 'botte' vogliono solo che uno dei due... le prenda.

lunedì 11 luglio 2011

Gracie Vs Kung Fu guy

Sempre leggendo nella pagina da cui ho estrapolato le perle del precedente post, incappo in questa:

"Sinceramente se quello che fa BJJ è quello in bianco ti dico, non ha guardia si china modello ariete mettendo la schiena in vista ad una gomitata, se becchi uno che lo fa seriamente e non sportivo come quello...finisci su una sedia a rotelle lo vuoi capire, ti tira un avambracciata o una gomitata te vai dritto all'ospedale con la schiena rotta, ecco già una mancanza di verità nel tuo video."

Riferito al noto video di Royce Gracie contro il kung fu boy.... (il video è questo: http://www.youtube.com/watch?v=VN6PvPCrStI)

Senza parole.
Tutto questo porta solo ad odiare gli illusi delle AMT.
Sempre ad ipotizzare di gente che faccia le cose seriamente (mi raccomando!) e abbia sempre il colpo segreto che si esegue in automatico come perfetta risposta ad ogni attacco.
I colpi degli stupidi sportivi che fanno male e basta mentre quelli dei mortali marzialisti che uccidono all' istante o rendono storpi...
I colpi dei marzialisti tradizionali che rompono. Sempre.

E' proprio il modo stesso di spiegare le tecniche ad essere diffuso, raccontando che "rompano", "spezzino", "fratturino"...
Ovviamente nessuno può testare se sia vero, quindi si conta sulla fiducia; Sia mai che si scoprisse che il corpo umano è molto più resistente di quanto si creda.
Per via degli allenamenti fondati su pattern predefiniti, si instaura nei praticanti l' idea che ad attacco 'X' ci si difenda con la tecnica 'Y', il quale non è un principio sbagliato in assoluto ma spesso esclude a priori la possibilità di sbagliare.
Ma si sa, nelle mortali AMT se una cosa non riesce è perchè "non hai ancora raggiunto l' illuminazione, devi allenarti ancora".

Ma poi ragazzi, un commento del genere proprio su Royce Gracie... Uno che è andato a dimostrarle le sue teorie, senza tanti proclama da maestrone illuminato, ha preso anche le belle botte, ha perso anche i suoi incontri senza per questo sentirsi fallito...
E ne avrebbe da insegnare tante di storie di vita a certi marzialisti del dopolavoro che vivono solo delle loro supposizioni per sentirsi un pò più guerrieri.

Una totale dimostrazione di ignoranza e arroganza da parte dei soliti succubi delle AMT.

Commenti divertenti

Facendo ricerche in internet si incappa spesso in discussioni da forum, domande di neofiti e relative risposte che spesso mi fanno sorridere.
Ok, questo è un post divertente, da leggere con la chiave di lettura del blog: che non mi si accusi quindi di scassare la minchia!

- "Sul resto non mi esprimo, ma il muay thai non è uno sport. E' un' arte marziale che è stata distorta a sport come è avvenuto purtroppo in altri ambiti marziali."

Povera Muay Thai, i bruti l' hanno resa uno stupido sport, cattivi cattivi!

- "anche il Ju Jitsu , e nato come arte che deve abbattere il nemico con il minor sforzo e il piu velocemente possibile....(oltre al fatto di tutte le leve per spaccare arti che avrebbe..ma che penso, non siano usate..), ma non mi vedo in un combattimento " regolare " un tizio che parte con la mano di taglio sulla trachea dell'avversario spaccandola in 2"

Eh già, invece le altre arti marziali nascono per far durare più a lungo possibile lo scontro... e poi c'è il colpo segreto della "mano di taglio" che spezza in due la trachea!
Nemmeno nell' 1% del Wing Chun originale si trova!

- "SEcondo me intendeva che diventando sport perdono tutta quella parte spirituale/mistica che è la vera essenza, perdono la vera disciplina per delle regole idiote"

Le arti marziali infatti in origine erano tutta filosofia e religione trascendente.
Poi hanno iniziato a pestarsi come orsi.
Poi ci hanno messo le regole idiote.
Solo i Papa Boys praticano ancora le vere arti marziali!

-"Il thai agonistico è poco più di quello che si può vedere all' Oktagon e cagate simili, addirittura in terra d'origine ormai è diventato uno spettacolo per turisti buono solo per le scommesse clandestine."

Boh, di fronte a tanta ignoranza cosa si dovrebbe dire?
Mo adesso la Thai, in Thailandia, è giusto uno spettacolo di intrattenimento, mentre invece i veri marzialisti che fanno sei piroette volanti, tirano calci all' aria e volteggiano con armi ancestrali (di alluminio molle) loro sì che fanno sul serio!
Ma poi arriva la perla:

- "Quello tradizionale, il muay boran, viene insegnato in pochissimi centri fuori dalla thailandia e comprende tutta una serie di ritualità complesse e preparazione psicofisica, più l'uso di tecniche proibite (ad esempio l'uso dei gomiti è vietato in quasi tutte le federazioni) e canti di guerra."

AHAHAHAHHAHA questa è veramente epica!
Capito, la vera Muay Thai, ovvero la Boran (!!!) magari proprio quella inventata e registrata dal signor D.C., quella "tradizionale autentica", viene insegnata in centri.. fuori dalla Thailandia?!?
Come dire che la vera pizza napoletana mica la fanno a Napoli, la fanno a Perth con il grasso delle balene.
E poi chiaro, nella Boran si usano anche i colpi "proibiti", tipo le gomitate che sono notoriamente vietate negli stupidi incontri sportivi in Thailandia! Come no!

- "non sapevo fossi un tamarretto da full contact e kick boxing"

Io invece non sapevo fossi uno sfigato anemico e pacifista che vive sotto una piramide energetica per cogliere l' essenza dell' Universo tirando colpi all' aria, convinto però di essere dieci volte più mortale... già che parliamo per luoghi comuni!

- "Ho fatto la Thai e non era per un cazzo divertente, sopratutto perchè non c'è stile..o meglio..lo stile consiste nel tirare giù il tizio davanti senza curarsi della forma o del perchè si fanno determinati movimenti"

Infatti è molto più divertente fare mosse arzigogolate fingendo di essere guerrieri mortali mentre il compagno si piroetta a terra al primo tocco, nulla da ridire!
Che noia sta Thai, ti fanno solo tirare a caso senza spiegarti il perchè, io mica vado a fare arti marziali per imparare a buttare giù gli altri, e che diamine...

- " l'aikido basa tutto il suo potenziale nelle energie che ti vengono contro in modo da rivolgerle contro l'attaccante stesso.Non per altro è universalmente riconosciuta come l'arte marziale più difficile da padroneggiare."

E pure da capire perchè la chiamino arte marziale se è per questo.
E' talmente difficile da padroneggiare che nessuno ci è mai riuscito.

- "è una tecnica derivata dalla lotta nei corridoi stretti da parte dei Samurai."

Dovete sapere che il Giappone è talmente piccolo che le case (ma anche le foreste) sono fatte tutte a corridoi in cui i Samurai solevano lottare in armatura.

- "ricordati un pugno è forte una avambracciata ti sdraia."

Il noto colpo segreto dell' "avambracciata".
La prossima volta che incontro uno stupido sportivo gli tiro un' avambracciata che farà la storia delle avambracciate. Altro che pugni!

- "Una volta nel provare una proiezione, sono caduto male quasi sul collo, mi è scappato un "Cazzo che male" mentre ero accortocciato a terra il VoSu (Maestro in Vietnamita), mi si avvicina mi fa
"ti sei fatto male?"
io "no",
Vosu "Ok fatti 50 piegamenti per la parolaccia"
Anche i cellulari da spegnere assolutamente, se squilla sono piegamenti con l'aggravante del grado."

Le nobili AMT infatti esigono che se cadi sul collo rischiando magari di finire al pronto soccorso, non puoi assolutamente disonorare la disciplina imprecando.
Sono una scuola di vita.
E devi essere punito per questo.
E' disciplina.
Anche le religioni fanno così, no?

- "Da me di solito il mio VoSu, tira fuori gli Shinai (che sono spade di Bambu) le usiamo per fare irrobustimento osseo.."

Mai vista tanta ignoranza in una sola frase!
Da me invece il Cristo di Waikiki tira fuori gli stivali in pelo di Yeti tipici dell' Angola, che di solito si usano per nuotare nella baia di Sydney, però noi li usiamo per tirare i pugni al sacco orizzontale. Funziona, a patto ovviamente di farli come si deve.

- "mentre invece aikido, se ben conosciuto, ti permette di ovviare alle differenze di stazza, almeno in maniera piu' efficiente di quanto non facciano i combattimenti di "colpi""

Eccerto, anche il tiro della ciabatta negli occhi è un' arte marziale mortale se ben conosciuto.
Ma proseguiamo in questa disanima..

- "..proprio perchè la sua base non è basata sulla potenza o sulla forza o su quanto uno sia grosso, anzi..più uno è grosso e forte piu rischia danni seri in un eventuale scontro contro un aikidoka.."

Basare le basi della base dell' Aikido su quanto uno sia grosso è un grave errore.
Più sei grosso e più ti fai male, capito?
Più sei alto, allenato, muscoloso, pesante, aggressivo... se ti scontri con un' aikidoka sei fottuto in partenza, paghi le tue caratteristiche sovvertendo ogni legge della natura perchè un vero aikidoka invece lavora per diventare sempre più piccolo e rachitico!
Anche Kenshiro sconfiggeva con più facilità i nemici grossi come case, ci sono i video.

E' proprio divertente notare questo malcelato senso di inferiorità dei sedicenti veri marzialisti nei confronti di quelli "grandi, grossi e allenati".
Non si pongono il problema di lavorare seriamente per migliorare almeno le proprie caratteristiche atletiche, è molto più facile schifare gli sportivi e nascondersi dietro a presunte tecniche mortali che non richiedono assolutamente la forza.
E poi le prendono.

- "nella Box come esempio vedo difficile un peso piuma stendere un tyson della situazione"

No no, nella vita vedo difficile un Pinscher che sbrana un Pitbull; Gli incontri sportivi prevedono regole perchè sono falsi e grezzi, nella vita vera invece il marzialista filosoficamente evoluto stende con facilità il Tyson della situazione.
Basta fare le cose COME DI DEVE, chiaro!
Ah, il pugile peso piuma al contrario manda a nanna con molta più probabilità il ciccione supermaestro di vita che volteggia pugni nell' aere.

Per ora mi fermo qui, altrimenti andrei avanti per giorni!
Il fantastico, FANTASTICO mondo delle arti marziali mortali! :-)

martedì 5 luglio 2011

Epilogo di una vittoria annunciata

Una nota giusto per far presente che poco fa è stato bloccato, su un noto forum nazionale, un topic che da molti anni si occupava di screditare un certo personaggio del panorama marziale, che in modo indecente e vergognoso ha creato un' immagine assolutamente falsa e truffaldina delle sue esperienze e titoli.

Dico la verità non è che mi freghi molto del personaggio in sè, tanto non lo conoscevo prima nè mi preoccupo di cosa possa inventarsi in futuro.
Di cosidetti "cazzari" ne conosco di persona, gente che vive con il mito del curriculum chilometrico e si proclama esperta di tutti gli stili possibili, dichiara di aver vinto non so quanti incontri mortali, etc. tutto in nome del marketing (e di profondi problemi di autostima e onestà).

Però è proprio triste che alla fine, volenti o nolenti, questi personaggi abbiano la legge dalla loro parte, perchè ricordiamo che chiunque da un giorno all' altro può proclamarsi Maestro di qualche arte marziale, magari inventata di sana pianta, attribuirsi titoli e vittorie varie il tutto senza dover rendere conto di nulla a nessuna istituzione ufficiale.
Un conto è se mi autodichiarassi maestro dello stile fondato da me, dicessi in giro di essere campione del mondo di trenta specialità e raccontassi palle a destra e a manca per darmi un tono: sarei solo un bugiardo e al massimo intorterei qualche sprovveduto.
Ma le cose cambiano se insegno in una palestra, perchè a quel punto sto a tutti gli effetti truffando dei poveri cristi che credono di imparare qualcosa di autentico con un maestro di fama.

Mi viene da pensare ad una cosa.
Visto che qui parlo sempre di efficacia, che importanza ha se ad insegnarmi qualcosa che funziona è il megamaestro internazionale responsabile ufficiale dello stile X piuttosto che l' allenatore ubriaco di Mark Lenders?
Del resto l' abbiamo visto più volte, non è l' abito a fare il monaco, non sono nè i titoli, nè le referenze, nè lo stile a far la differenza, in questo campo particolare: ci sono solo persone capaci di muoversi e fare e persone non capaci, colpi che fanno male e stendono la gente oppure no.
Beh, in effetti in quest' ottica la faccenda assume un tono diverso, in cui al massimo si potrebbe rimproverare ad un "cazzaro" di proporsi in modo disonesto.
Ma se alla fine lui fosse effettivamente più capace degli altri?

Non voglio entrare nel merito delle presunte competenze nella preparazione atletica o affini, perchè sebbene sarebbe giusto che ad insegnare qualsiasi attività fisica sia qualcuno che ci abbia studiato ed abbia un titolo credibile per farlo, la realtà è che come al solito non sono le carte o le presunte competenze a garantire la professionalità di un istruttore.
Perciò potremmo dire che se un tizio fosse abile a "far andare le mani" e fosse capace di dimostrare ciò che vorrebbe insegnare, il suo peccato si limiterebbe alla faccia tosta e alla mancanza di ritegno nel pubblicizzarsi.
Farebbe disinformazione?
Certo, ma chi non la fa?
Pensiamo tutti di saperla lunga, fino a quando non scopriamo un' altra realtà...

C'è anche da dire che proprio quelli che si indignano nel vedere questi cazzari che si pavoneggiano e fanno disinformazione (rovinando in effetti tutto l' ambiente), sono spesso altri maestri o praticanti con i loro scheletri nell' armadio, o ingenuamente ignoranti pure loro.
Mi viene in mente proprio il mio ex maestro che non perdeva occasione per schifare un altro noto personaggio (ora a capo di un' intera associazione) descrivendocelo come un esaltato arrogante e pieno di sè, con uno sviluppatissimo senso del marketing e pochi scrupoli; e oggi io testimonio che lui stesso ha commesso questi peccati e per anni mi ha insegnato idiozie ripetute a pappagallo e basate sul niente, vendendocele però con assoluta buona fede e credibilità....

Insomma, parlare di cazzari nelle arti marziali è un' arma a doppio taglio, e anche qui l' unica cosa sensata da fare è un bell' esame di coscienza giudicando con sincerità ed obiettività la propria pratica e modo di porsi.
Dal punto di vista tecnico è tutto molto facile, se una cosa funziona... funziona.
Dal punto di vista morale beh... ad ognuno il suo.