venerdì 25 dicembre 2015

Un ringraziamento

Con questo post di servizio vorrei ringraziarvi per aver contribuito al raggiungimento di ben 7,77€ di fatturato pubblicitario a cinque anni dall' apertura del blog!
Grazie a questo sono riuscito a regalare i crocchini speciali al gatto, giusto in tempo per le feste!

Il gatto ringrazia e invita a cliccare tantissime altre volte sul banner che si trova in alto a destra o ovunque altro sia :)
NB: i banner sono assolutamente al di fuori del mio controllo, pertanto mi capita di vederci pubblicizzati corsi di arti marziali, e spesso si tratta delle più immonde boiate sulle quali tanto ironizzo.
Spiacente, se potessi selezionarli lo farei: magari cliccateci giusto per avere un' idea di quanto siano ridicole le affermazioni roboanti riportate nei vari siti.




I diritti dell' immagine sono del rispettivo proprietario.
Rendeva l' idea dell' espressione del gatto alla vista dei crocchini speciali.

Risposta - 7

Rispondo al commento di Anonimo nel post "Focus on: l' Aikido".
Solita modalità sperando di non decontestualizzare ciò che ha scritto.

- "circa venti minuti di corsa, flessioni e addominali di vari tipi a non finire (su dita, polsi, con una mano, in verticale, e corti, completi, da rialzati, addirittura a volte "appesi" a un'altra persona), potenziamento gambe nei modi più disparati (dal passo della rana - nome amichevole, quello vero non lo ricordo, insomma da accucciati - a caricarsi sulle spalle un compagno e fare cira 200 volte sali-scendi da un gradino di 30 cm), strch quasi ogni volta, esercizi (insopportabili) di respirazione, esercizi di tensione (tipo stare x minuti appoggiati solo sulle chiappe, distesi senza toccare terra con testa/talloni, e col maestro che ti salta - letteralmente aime - sulla pancia), e boh sto dimenticando qulcosa, poi in periodo pre-gara si andava sul pesante (anche per i poveracci come me che di gare non ne volevano sentir parlare). il tutto tre volte a settimana."

Non ho capito che stile praticassi, ma l' accenno alle gare mi fa supporre che si trattasse quantomeno di Karate.
Ovviamente posso dare un giudizio basato solo su quanto scrivi, i venti minuti di cui parli sono abbastanza tipici di tutti i corsi anche se di solito sono almeno trenta (dipende molto dalla durata della lezione).

All' inizio avevo capito proprio "20 minuti di corsa" e mi ero sorpreso, poi ho capito che era il totale di tutto (giusto?).
Beh, venti minuti in pratica sono un riscaldamento...
Non è che non sia allenamento, non è che non serva a niente, solo non è preparazione atletica.
La preparazione di cui parlo si fa soprattutto al di fuori della lezione e la si fa in modo scientifico.
Pesistica volta all' aumento della forza e velocità, corsa DOPO, drills vari, functional training...
Non fraintendiamo, non sto parlando dell' allenamento di Ivan Drago ma di esercizi, tempi e modalità studiate scientificamente contrapposte ad esercizi tipici delle AMT che spesso sembrano molto macho ma in pratica sono solo inutili quando non proprio dannosi.
L' esempio del maestro che salta sulla pancia è indicativo, anche io l' ho visto fare (e subìto) ed è una delle stronzate più tipiche di chi non ha capito veramente niente di allenamento, senza contare il rischio a cui sottopone le persone fosse anche per gioco.
A me ste cose oggi fanno incazzare.
Poi sia chiaro, io non sto cercando di dimostrare che nelle AMT non si faccia nulla, perciò invito la gente a partecipare a qualche lezione di AMT e a qualche lezione di SdC.
Traete da soli le conclusioni sulla differenza di modalità.

- "Le leve articoari, che trovo un modo raffinato e masochista di far male alle altre persone, se è vero che sono di difficile applicazione pratica, è anche vero che sono molto efficaci, SE riescono, ossia se ti trovi nella condizione di poterle applicare."

Le leve articolari sono efficacissime, che si faccia TurboKillaPalestinianJiuDao o non si conosca un bel nulla.
La differenza di applicazione tra stili funzionali (es. Brazilian Jiu Jitsu) e stili "meno funzionali" (es. Aikido) sta in tutto il corollario che porta nella condizione di cui parli.
In effetti potremmo dire che tutto il BJJ, o il Grappling, non si basi sulle leve ma sul come arrivarci. Ed è una differenza molto significativa.
Nell' Aikido manca questa parte soprattutto per la diversità intrinseca delle modalità di allenamento e per le estreme stilizzazioni e imposizioni d' etichetta.
Non vuol dire che una leva studiata nell' Aikido non funzioni, vuol solo dire che l' aikidoka medio abbia un' esperienza di applicazione migliaia di volte inferiore.
E' davvero tanto.

- "il punto è che se le eserciti molto, ti viene automatico applicarle SE sono applicabili, altrimenti cambi tencina. e ciò senza dimenticare che nel frattempo, più colpi dai e meglio è."

E io sono d' accordo ma se parliamo nello specifico delle tecniche visibili nei programmi tecnici di certi stili marziali stiamo sempre discutendo di situazioni altamente improbabili: gente che ti stringe il polso, che ti attacca dall' alto a mò di bastonata... senza il bastone, che tira pugni perfettamente in linea retta verso lo sterno (wtf?!) e cose del genere.
Giustamente dici che nel frattempo devi colpire: sì ma l' Aikido non dice questo e se per cavarsela con l' Aikido è necessario "ricordarsi che bisogna anche colpire", beh...
Al contrario un Jiujitero medio è ben capace di terminare uno scontro senza dover usare un singolo colpo, ma di nuovo invito a provare e vederlo da sè.
Una volta chiusa la distanza il Jiujitero si trova esattamente nel suo mondo, che sia in piedi o a terra (dove vuole portarti, e lo farà).
Quello che si vede fare dalla maggior parte dei marzialisti tradizionali è invece un disperato tentativo di applicare tecniche che in teoria conosce, ma in pratica... non ha mai allenato nella situazione pratica.

- "INsomma l'aikido non è molto efficacie,concordo pienamente, ma sviluppa una certa sensibilità che, untia ad altre cose, può tornare utile."

Tutto è utile, e le AMT possono essere benissimo più utili degli stili funzionali in un dato campo e contesto. Io discuto in termini generali di situazioni riscontrabili da ciascuno. Non vorrei passasse il solito messaggio facilone per cui l' aikidoka sia automaticamente un incapace e il jiujitero automaticamente un campione.

- "ebbene quel pugile, che tirava diretti a velocita e da posizioni sorprendenti, ad esempio, di leve ne periva (chiaramente mai portate alla rottura dell'arto...), oltre che di calci."

Non ne dubito, infatti il pugile puro spesso nemmeno è consapevole della varietà di leve e calci che potrebbe subire.
Però permettimi di osservare, le botte divertenti tra amici ce le siamo date un pò tutti, e si fa per gioco. Non c'è nè intenzione nè cattiveria.
Non voglio banalizzare l' importanza dello sparring amichevole, anzi, però ci vuole anche l' intelligenza per capire che il contesto sia piuttosto sfalsato.
Dal momento che un solo, singolo pugno tirato full ti manda al tappeto, è anche giusto sottolineare che lo sparring amichevole non sia il metodo migliore per dimostrare la validità dello striking, che al contrario premia moltissimo i lottatori.
Perciò dico: iscrivetevi ad un torneino di paese di MMA, oppure andate a fare lo stesso gioco nella palestra di qualcuno che NON conoscete e che quindi avrà un pò più interesse a non farci brutta figura.
I valori in campo cambiano sensibilmente, fermo restando la validità della tua osservazione.

- "senza considerare che (questa è esperienza perzsonale) un calcio improvviso a uno che ti corre dietro è devastante. e, tanto per dire, se è assurdo disarmare con le braccia per via della distanza, le gambe tendono ad essere più lunghe di un braccio armato di coltello."

Spero che non ti riferisca al "poderoso" calcio mostrato da Maltese nel suo iconico video...
Quella delle gambe invece non l' ho capita, stai forse dicendo che contro un tizio armato di coltello i calci siano una buona soluzione?
Continuo a sottolineare quanto le aggressioni armate vengano drammaticamente immaginate nei modi più lontani dalla realtà, spesso rifacendosi a scenette da telefilm anni '80 perchè per la stragrande maggioranza della popolazione sono gli unici riferimenti del contesto.
I calci non sono affatto una buona idea perchè:
- ci vuole molta tecnica perchè siano davvero incisivi, figuriamoci in una situazione di altissimo stress nella consapevolezza che quel tizio ti possa affondare una lama nelle budella.
Quello che fanno tutti è scalciare, ed è ben diverso.
- si espone la gamba ai tagli e anche se io dubito che l' aggressore medio sia un esperto capace di sfruttare l' occasione per colpire la femorale (altra baggianata che si sente spesso) si tratta comunque di un colpo disperato.
- spazio. I calci richiedono troppo spazio e le aggressioni armate non avvengono nei parchi come piace raccontare da tanti espertoni di difesa personale.
- come dicevo, un calcio per essere considerato risolutivo deve mandare KO l' aggressore, o comunque neutralizzare la minaccia.
Se non lo fa, e non lo farà, l' altro per tonto che sia chiuderà la distanza e comincerà a preparare la cena a base di te con un piatto di fave e un buon Chianti.

Saluti

domenica 13 dicembre 2015

Figli di un dio malato

Su suggerimento di un lettore vado ad affrontare un argomento divertente che ben si integra con lo spirito del blog: l' opinione della gente comune riguardo ai praticanti di arti marziali.
Proprio qualche giorno fa riflettevo sul fatto di non aver mai conosciuto nessuno che a sua volta non avesse un qualche amico o parente praticante di arti marziali, quando non egli stesso abbia praticato almeno in passato una qualche disciplina affine.
Anche tra le persone più improbabili vi si trova sempre qualcuno/a che presto o tardi sia venuto in contatto con questo mondo malato, per esperienze perlopiù brevi e disastrose.
Perciò va considerato che al giorno d' oggi è abbastanza facile trovare gente che si sia già fatta una qualche idea a riguardo anche se naturalmente questa sarà il più delle volte ancora molto popolare e romantica.

Per comodità dividerò le tipologie di persone in base al grado di conoscenza ed esperienze specifiche.

Quelli a digiuno totale
Sono quelle persone che non avendo alcuna conoscenza basano la propria idea sui luoghi comuni più beceri e superficiali diffusi dai mass-media.
Non che questo sia una colpa, intesi.
Per non tornare a ripetere le solite cose, dividiamo il gruppo in quelli in qualche modo affascinati dalle arti marziali, che vedono come eroi invincibili i loro praticanti (soprattutto se fanno qualche cazzata cinesoide, contrapposta ai "truzzi-minchia-porcoddue" degli SdC) da quelli che al contrario ne sono disgustati per partito preso soprattutto per questioni morali e idealiste nei confronti della violenza.

Apro parentesi, ricordo con sincero divertimento un volantino dell' oratorio che girava in classe quando andavo a scuola, in cui si sosteneva il problema delle arti marziali non tanto come non-soluzione alla violenza ma in quanto... vi si divulgano concetti di religioni differenti da quella cattolica!

Questo tipo di persone vivono nel mondo dei Minipony ed Iridella, hanno perlopiù una cultura formazione borghese medio-alta e vedono la vita in un modo molto altezzoso, convinti intimamente di essere più evoluti degli Homo Sapiens medi.
Sono persone molto ipocrite, sono quelli che pensano che ai cattivi ci debba pensare solo la polizia e tutti i mali si risolvano con avvocati, a parole o grazie alla Divina Provvidenza.
A me piace definirli mezzi-uomini.
Spesso inorridiscono al solo pensiero del contatto fisico o delle botte giocose patrimonio di ogni mammifero sano, salvo poi essere i primi a fare le peggio maialate sadomaso con lolite minorenni...

Inutile dire che in base all' opinone degli interlocutori si possano avere confronti diametralmente opposti: quelli affascinati ti chiederanno quante tavolette di compensato tu riesca a rompere e se possa mostrargli qualche "mossa" (della quale resteranno meravigliati a prescindere, soprattutto mostrandogli kote gaeshi); Dall' altro canto i fighetti moralisti ti tratteranno come un pària nazista e stupratore seriale, non importa se magari tu sia un filantropo ricercatore del Cern con un semplice hobby alternativo agli scambi di coppie a loro cari.

In realtà esiste anche un terzo gruppo, fatto da tutte quelle persone genuinamente indifferenti e disinteressate e che proprio in virtù di questo riescano ancora ad avere buonsenso ed obiettività nel giudicare e valutare ciò che il marzialista di turno gli va raccontando.

E sono proprio queste attitudini che io ho dovuto recuperare per spurgarmi da anni di condizionamento mentale indotto sia dagli altri che da me stesso, perchè è solo grazie ad esse che si ottiene una visione serena ed onesta della propria pratica, qualunque essa sia.

Quelli che hanno praticato per qualche mese
La prerogativa di questa categoria di persone è quella di aver capito tutto delle arti marziali.
Non importa se abbiano praticato Karate a cinque anni, giocando tutta la lezione coi palloni di spugna sul tatami, o a cinquant' anni facendo il 5% degli esercizi per colpa di presunti acciacchi causati dalla WWII (di cui il più grave era la pigrizia): loro conoscono il Karate.
E' una cosa tipo Matrix, dopo numero dieci ore totali di esercizi loro hanno già capito tutto ciò che serva e se ne bullano con le amichette dagli occhioni grandi grandi.
Il top dell' ilarità si raggiunge nei gruppi di persone in cui solo una abbia questa breve esperienza marziale, perchè comprensibilmente diventerà il punto di riferimento per tutti, quello che "ha fatto o' caratè!".
Discutere con uno di questi personaggi è spesso frustrante, ti propinano un pentolone di cazzate che la metà basta e ogni tentativo di fargli capire che in sostanza non ne sappiano nulla è vano.
Il loro maestro è sempre un mostro di bravura, il loro stile aveva tutte le risposte, il tizio che c' era nel loro corso ha sconfitto la peste nera a suon di forme o calci volanti.
La loro idea delle arti marziali resterà per sempre legata a quell' esperienza e ovviamente giudicheranno tutto il resto partendo da quell' unico punto di riferimento.

Naturalmente ci sono anche gli umili, quelli che ammettono senza timore di averci provato per curiosità e non essere mai stati per nulla bravi, senza ricordare nemmeno come si facesse il saluto iniziale.
E quando parlo con questa gente mi sale sempre un sorriso nel pensare a tutti quelli che vanno ai corsi di difesa personale con la convinzione di imparare meglio in quanto "più facili, alla portata di tutti, che non richiedono forza fisica o stazza, con movimenti semplici e diretti, etc." e alla fine praticano persino per meno tempo...

Quelli che praticano ancora
Questa è la categoria più difficile, anche perchè la grande differenza è data dal tipo di pratica.
Quando un uomo che pratica AMT parla con un uomo che pratica SDC, l' uomo che pratica AMT è un uomo morto.
E non voglio star di nuovo a spiegare il perchè.
Tutti sono convinti di essere degli esperti, il punto è che la stragrande maggioranza dei praticanti, e parliamo di centinaia di persone solo nella propria città, sono tutto meno che tali.
E mi spiace sottolineare di nuovo come non sia una questione di partito preso: semplicemente chi le botte le allena per davvero mettendosi in gioco attivamente ha per forza di cose una visione più sincera dell' argomento.
Tutto il corollario di stupidate metafilosofiche, racconti di leggende esotiche o tecniche "fatte come si deve" se ne va a farsi benedire fino a che non vengano dimostrate o accertate.
E nessuno lo fa. Mai.
Il marzialista medio è intriso di queste idiozie e adora raccontarle agli altri, finchè non trova qualcuno capace di metterlo in discussione... e non parlo per forza di botte, bastano le argomentazioni.

Va detto che dall' altro canto anche il praticante medio di SDC diventa con estrema facilità borioso ed arrogante, convinto che la propria capacità di picchiare il uinciuncoso medio renda lui e il suo stile automaticamente l' arma definitiva per vincere la guerra.
Spero di non dover ricordare come la stupidità delle persone non dipenda dallo stile praticato.
Al massimo viene plasmata:)

Da questa breve analisi possiamo dedurre che a prescindere dal livello di competenza dell' interlocutore l' universo marziale sia di difficile interpretazione e proprio per questo ci tengo a sottolineare l' importanza dei dati dimostrabili, delle esperienze personali dirette e della forte necessità di giudicare il tutto in modo distaccato.


Chi non pratica arti marziali è per forza di cose condizionato dall' idea popolare e prende per buona qualsiasi dichiarazione venga fatta da un sedicente esperto.
E appare ancora più evidente quanto siano soprattutto i cazzari e gli inesperti a sfruttare questa situazione.