mercoledì 20 gennaio 2016

La punta dell' iceberg

Praticando per anni ci si accorge di come le varie scuole od associazioni di arti marziali crescendo finiscano per stare strette ai vari esponenti che infine decidono di andarsene per fondare nuove ramificazioni.
Sono sicuro di aver già trattato l' argomento ma non in modo specifico, ed episodi recenti mi hanno fatto tornare in mente la questione.
Io ho vissuto personalmente delle scissioni almeno un paio di volte, entrambe clamorose, e sono tra le ragioni che mi hanno fatto perdere la fiducia in questo modo di praticare e vivere le arti marziali; Tuttavia anche grazie a queste situazioni ho potuto aprire gli occhi ed iniziare a giudicare obiettivamente il tutto.

Il concetto è semplice: più una scuola diventa importante, maggiori saranno le pretese.
E per pretese intendo soprattutto a livello economico.
Perchè è inutile nascondere la verità, la pratica delle arti marziali in qualsiasi loro forma sportiva, salutistica, tradizionale, militare, ludica, alla fine gira intorno ai soldi come qualsiasi altra organizzazione.

Gli esempi che ho in mente riguardano due importanti scuole e due loro esponenti di livello internazionale.
Non parlo di arti cosidette tradizionali, il che è indicativo di come nessuno si salvi dal problema.

In un caso c' era un grande esperto stimato e riconosciuto, che ho conosciuto personalmente e del quale non ho dubbi sulla credibilità applicativa di ciò che insegna.
Se devo dirla tutta la mia sensazione è che questo esperto ad un certo punto si sia reso conto di essere talmente bravo da meritare di più dell' essere solo "un importante istruttore del sistema X con a capo il signor Y".
E così un bel giorno ha pensato di porgere i saluti e dare l' addio al suo rango elevato... per diventare lui stesso la punta di un nuovo iceberg.

Nell' altro caso c' era un campione internazionale di quelli che hanno contribuito attivamente al successo della scuola, che proprio in virtù di questo successo è entrato nel malato meccanismo della notorietà: più una scuola è nota, più farne parte è considerato di valore; La diretta conseguenza è che se vuoi insegnare sotto quell' egidia devi pagare di più.
Da lì il salto all' abbandono è quasi scontato.

Io ho visto cosa significhi diventare degli importanti istruttori, dei punti di riferimento, dei capisaldi di un' organizzazione.
Perchè uno pensa che sia tutta questione di abilità tecnica ma in realtà le persone che vedete per così dire ai piani alti di un' associazione si sono fatte un culo tanto anche per mille altri aspetti promozionali, divulgativi e burocratici.

Uno crede che basti frequentare regolarmente le lezioni settimanali e fare bene ma in effetti più si entra in un gruppo e più aumenta l' impegno richiesto a livello associativo.
E' lì che avviene la scrematura: c'è chi non ha la possibilità, le competenze o più semplicemente non è interessato a dedicarci più tempo di quanto già faccia e viene pian piano relegato in una sorta di club dei dissidenti, magari bravissimi a livello tecnico ma ritenuti come dei mercenari che non possano avere voce in capitolo od essere degni rappresentanti.
Dall' altra parte ci sono invece quei praticanti che oltre alle normali lezioni decidono di investire una buona parte della loro vita in questa passione e per questo acquisiscono importanza, a maggior ragione se sono anche validi tecnicamente (e ci mancherebbe... ma spesso questo aspetto non è il più importante).

Già, la passione.
Non fraintendiamoci, è piuttosto normale che le cose vadano così ma appare chiaro che quella che era nata come una passione finisca per diventare una responsabilità, un impegno quasi lavorativo sia in tempo che in denaro.
Tanto denaro.
E quando una persona inizia ad investire una parte importante delle proprie risorse, della propria vita, in qualcosa che in fondo appartiene a qualcun' altro, aumenta anche il rischio che disapprovi le scelte di chi gli stia gerarchicamente al di sopra.
Soprattutto quando si tratta di dargli dei soldi...

Con buona pace di tutti i bei discorsi sui maestri da rispettare, le grandi famiglie, la fratellanza dei praticanti, l' umiltà, l' impegno disinteressato e genuino e compagnia bella.